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L ' Associazione Geografica di Napoli insiste :si deve istituire un ufficio specializzato per promuovere le minacce del vulcano ai residenti!Abbiamo ideato il simulatore vulcanico napoletano e lo pubblicheremo !!!


L ' Associazione Geografica di Napoli sta cercando in tutti i modi di effettuare incontri e dibattiti con le Istituzioni per cercare di far nascere  un ufficio specializzato che promuove la consapevolezza delle minacce naturali del vulcano ai cittadini residenti .

 Se l ' ente  proposto non verrà istituito , si rischia di  fare la fine dell' 'eruzione del Nevado del Ruiz (Colombia) del 1985 dove dopo il disatro ,uno striscione, esposto durante un funerale di massa celebrato ad Ibague recitava, "Il vulcano non ha ucciso 22.000 persone. Il governo le ha uccise". Nell' Area Vesuviana , ne sarebbero molte di piu' le vittime e quindi il caso Vesuvio o è un caso serio e diventa Nazionale e Europeo perchè è posto nell' Unione europea o il caso Vesuvio resta solo nelle mani di scienziati che non hanno interesse a salvare il popolo . Dicono che sono oltre i 700 mila a rischio quindi anche se difficile ,  devono evacuare farlo in fretta e i sindaci dei comuni accordarsi in modo veloce con le autorità non solo italiche ma anche europee per immediati spostamenti . 



La Regione Campania , deve proporre e istituire un un ufficio specializzato, che promuove la consapevolezza delle minacce naturali del vulcano tra i piu' famosi al mondo come è accaduto alle falde del Nevado Ruiz molte delle città della Colombia hanno sviluppato programmi di sensibilizzazione e di preparazione alle catastrofi naturali, che hanno contribuito a salvare molte vite umane in caso di disastri naturali. Soprattutto vicino al Nevado del Ruiz, gli abitanti sono diventati particolarmente diffidenti nei confronti dell'attività vulcanica: quando il vulcano eruttò nuovamente nel 1989, oltre 2.300 persone che vivevano attorno al vulcano furono evacuate.

L ' Ass. Geografca di Napoli  , dopo essersi incontrata con geologi dell' Università di Innsbruk  , , deducono  che  l’esplosione del vulcano porterebbe alla devastazione l’intero golfo di Napoli .
“Il Vesuvio che “dorme” dal 1944 potrebbe esplodere  con una potenza mai vista e la potente eruzione potrebbe   inghiottire oltre 7 comuni  Comuni della zona rossa”.
È quanto afferma il Prof. Adriano La Femina che attualmente vive in Sud Tirolo ma è comunque il Presidente dell' Associazione Geografica Partenopea  nella sua ultima relazione .sostenendo che “Una colonna di gas, cenere e lapilli si innalzerà per duemila metri sopra il cratere – dice l’esperto – Valanghe di fuoco rotoleranno sui fianchi del vulcano alla velocità di 100 metri al secondo con una temperatura di 1.000 gradi centigradi, distruggendo l’intero paesaggio in un raggio di sette chilometri, spazzando via strade e case, bruciando alberi, asfissiando animali, uccidendo forse un milione di esseri umani ”.
Si tratta di un’ipotesi documentata, frutto di studi approfonditi con la sola incognita della data in cui tutto ciò si verificherà: “Questo purtroppo non possiamo prevederlo – precisa il professor La Femina – Certo non sarà tra due settimane, però sappiamo con certezza che il momento del grande botto arriverà”.
La Femina sulle basi di Dobran ha progettato un "simulatore vulcanico napoletano": si tratta di un modello informatico e cartografico in grado di ricostruire le passate eruzioni solo  del Vesuvio, per descrivere quelle future. Sono pronto anche a pubblicarlo comunica in modo tale da rendere pubblico tutto cio' sia alla popolazione a rischio sia agli amministratori locali che tutto fanno tranne interessarsi del caso in maniera seria  .
Inoltre ribadisce il geografo napoletano , che nel mondo ci sono migliaia di vulcani attivi e la popolazione che interagisce con i luoghi sà che sotto un vulcano non si costruisce . Ciò è frutto della totale ignoranza del popolo e degli amministratori vesuviani che dal dopo guerra non si interessano del caso e hanno perso coscienza storica degli eventi sismici del passato . Negli ultimi duecento anni piu' del 70 % dei napoletani secondo le sue statistiche  , non sà che il Vesuvio è eruttato piu' di 15 volte e questa totale strafottenza  può essere fatale  fatale .
“Il simulatore vulcanico napoletano – continua il geografo  – dopo aver analizzato i dati, ha disegnato uno scenario infernale: appena 35 minuti dopo l’esplosione il fungo di gas e ceneri incandescenti ha già raggiunto i 3mila metri di altezza, da dove collassa lungo i fianchi del cono. Ore  dopo, la valanga ardente si trova già a due chilometri dal cratere. In tre ore  ha già raggiunto Ottaviano, Somma Vesuviana e Boscoreale. In quattro ore  sono spacciate Torre del Greco ed Ercolano. Sessanta secondi dopo è la volta di Torre Annunziata . 

Conclude il Prof. La Femina che sta contattando i maggiori esponenti scientifici del caso di fama internazionale per effettuare un congresso a Napoli e nell' Area Vesuviana , l ' evento è previsto per la fine di ottobre del 2016 con l ' obbiettivo di promulgare la nascita dell' "ufficio specializzato dell' eruzione del Vesuvio " , che promuove la consapevolezza delle minacce naturali del vulcano ai cittadini residenti . attraverso l ' Associazione Geografica di Napoli . 
Pubblichiamo i comuni a rischio 
"Entro 45 giorni, il Dipartimento Nazionale di Protezione civile, d'intesa con la Regione Campania e sentita la Conferenza Unificata, fornirà indicazioni alle componenti e alle strutture operative per aggiornare le pianificazioni di emergenza in caso di evacuazione della zona rossa. Per farlo, queste avranno quattro mesi di tempo.
La nuova zona rossa - ha ricordato Cosenza - comprende i territori di 25 comuni della provincia di Napoli e di Salerno, ovvero 7 comuni in più rispetto ai 18 previsti dal Piano di emergenza del 2001. Alcuni comuni della nuova zona rossa sono stati considerati interamente, sulla base dei loro limiti amministrativi; per altri, i Comuni stessi, d'intesa con la Regione, hanno individuato solo una parte di territorio.
Le disposizioni entrate in vigore riguardano: l'area da sottoporre ad evacuazione cautelativa per salvaguardare le vite umane dagli effetti di una possibile eruzione, soggetta ad alta probabilità di invasione di flussi piroclastici (zona rossa 1, per la quale valgono le limitazioni urbanistiche date dalla Legge Regionale n.23 del 2001) e di crolli delle coperture degli edifici per importanti accumuli di depositi di materiale piroclastico (zona rossa 2), ed individuata complessivamente quale «zona rossa» da evacuare in caso di allarme vulcanico dato dal Dipartimento nazionale di Protezione Civile; l'assistenza alla popolazione dell'area vesuviana cautelativamente evacuata, che viene attuata anche ai gemellaggi, ossia all'accoglienza garantita da altre Regioni e province autonome; le indicazioni per l'aggiornamento delle pianificazioni di emergenza.
Complessivamente si è passati da circa 550.000 abitanti a circa 700.000 abitanti da evacuare. Tutti i 25 comuni che rientrano nella zona rossa del Vesuvio - ha evidenziato l'assessore Cosenza - hanno fatto richiesta del finanziamento previsto per i piani di emergenza di protezione civile, il cui bando è scaduto il 4 aprile scorso, ed usufruiranno dei fondi europei che la Regione Campania ha messo a disposizione.
In tal modo - ha fatto notare Cosenza - i Comuni interessati avranno risorse adeguate per predisporre piani di emergenza a misura di cittadino, vere e proprie semplici istruzioni per l'uso".
LA NUOVA ZONA ROSSA DEL VESUVIO
La zona rossa è l'area da evacuare cautelativamente in caso di ripresa dell'attività eruttiva del Vesuvio, in quanto ad alta probabilità di invasione da parte di flussi piroclastici ed elevato rischio di crolli delle coperture degli edifici per accumuli di depositi di materiale piroclastico. Comprende 25 comuni delle province di Napoli e Salerno ed in particolare, per intero in zona rossa 1 i territori dei comuni di: Boscoreale, Boscotrecase, Cercola, Ercolano, Massa di Somma, Ottaviano, Palma Campania (parte in zona 1 e parte in zona 2), Poggiomarino (parte in zona 1 e parte in zona 2), Pollena Trocchia, Pompei, Portici, Sant'Anastasia, San Gennaro Vesuviano (parte in zona 1 e parte in zona 2), San Giorgio a Cremano, San Sebastiano al Vesuvio, San Giuseppe Vesuviano, Somma Vesuviana, Terzigno, Torre Annunziata, Torre del Greco, Trecase, e Scafati (tutto in zona 2) e parte dei territori dei comuni di: Napoli (parte della circoscrizione di Barra - Ponticelli - San Giovanni a Teduccio), Nola e Pomigliano d'Arco (enclave nel territorio di Sant'Anastasia).

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